Genitori, e Bambini ….

by Rosa | Feb 13, 2025 | Famiglia, Spunti di Riflessione

Quando, tornando a casa a tarda sera, mi capita di incrociare qualche mamma e papà che spingono la carrozzina con dentro un bimbo dallo sguardo perso, stanco e assonnato, non posso non interrogarmi: quale bisogno sta cercando di soddisfare quel genitore, scarrozzando la propria prole per la strada a quell’ora?

Risate, bagni caldi, e pigiamini profumati di pulito

Di solito, succedeva fra le diciannove e le venti di sera. Tutto cominciava con l’immersione nell’acqua del bagno e continuava con gli spruzzi di schiuma che Coline, sei anni, e Elène, cinque, si lanciavano addosso fra una risata e l’altra. Poi c’era la vestizione con i pigiamini di flanella, ed il bacio della buonanotte a conclusione di una breve favoletta. Immaginavo che fosse così in tutte le case abitate dai bambini. Successivamente, ho scoperto di essere stata io fortunata a frequentare quella casa.

Bisogni, aspettative, e desideri

Col tempo, addentrandomi in contesti diversi, gli interrogativi sono diventati sempre più frequenti e diversificati. Succedeva soprattutto quando mi sembrava di percepire uno scarto importante fra quello che ritenevo fossero i veri bisogni del bambino e l’agire del suo adulto di riferimento. La maggior parte di quelle domande sono rimaste, ad oggi, senza risposta. La più inquietante è questa: Quanti, fra i futuri genitori, si sentirebbero di interrogare il desiderio di voler mettere al mondo un figlio, non potendo immaginare le conseguenze del proprio agire di genitore sull’adulto che verrà?

Un neonato è davvero un adulto che verrà?

Mi succede proprio così, quando vedo un bambino vedo già l’adulto che sarà! Per quanta tenerezza io provi quando il mio sguardo incrocia quello di un neonato, di un bimbetto, e di un ragazzino, quell’esserino inerme, io lo vedo già grande. Un adulto che dovrà confrontarsi con realtà simili a quelle con cui dobbiamo fare i conti anche noi, gli adulti di oggi! Segue allora un inanellarsi senza tregua di tante altre domande: come stiamo noi, gli adulti di oggi? Quale eredità ci ha lasciato la nostra infanzia? Sballottati in tutte le direzioni dalle richieste del vivere al quotidiano, che tipo di genitore possiamo riuscire ad essere? Cosa siamo diventati, come e perché?

E, se un genitore fosse anche il bambino di ieri?

Chi non è mai stato bambino prima ancora di diventare genitore? Quali ricordi nutre quel bambino/a della sua infanzia e adolescenza? Diventato genitore, quali sensazioni restano attive di quel passato di bambino/a? Quali memorie sono rimaste iscritte nel corpo e nella mente dell’adulto-genitore? Come ha imparato a diventare genitore quel bambino/a ? Quali sono stati i modelli che lo hanno ispirato a voler diventare padre e/o madre? Un genitore di oggi saprebbe dire se, chi si è preso cura di lui/lei ne ha anche tutelato, allora, il benessere psicofisico? Lui/lei, da genitore saprà tutelare quello del suo bambino di oggi? Ecco sono queste le domande che non posso non farmi nell’essere testimone (e a volte anche il bersaglio), di una certa ignoranza generatrice, a volte, di cattiveria umana. Cattiveria che vediamo coniugata in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, dalle atrocità più efferate, che la maggior parte di noi non riuscirebbe neanche a concepire, alla semplice violenza psicologica, come certe parole pronunciate a casaccio, in grado però di riattivare sofferenze emotive latenti e non risolte. Tutto questo perché, grandi o piccini, siamo e resteremo tutti bambini?

Così parlano gli esperti

Nel suo libro La manutenzione dei tasti dolenti, come riconoscerli e gestirli per stare bene con se stessi e gli altri, Daniele Novara definisce ‘avversità dell’infanzia’, tutto ciò che da bambino e da bambina è andato storto, come per esempio una cattiva educazione. Incapaci di gestirle, né tanto meno di sbarazzarcene, queste avversità diventano per noi una vera sfida per tutta la vita. Nel suo libro Educazione del bambino e preparazione degli educatori, Rudolf Steiner, riflette invece sugli effetti collaterali determinati dal fare ricerca scientifica affidandosi sempre e soltanto su quello che i sensi riescono a percepire e che l’intelletto riesce a captare solo tramite l’osservazione con i cinque sensi. Cosi facendo, denuncia Steiner rammaricandosene, l’uomo ha finito con l’allontanarsi dalla sua vera natura e dalla sua interiorità.
Così è veramente accaduto che la nuova civiltà, la quale peraltro agisce in modo così meraviglioso e ci ha tanto avvicinato certi fenomeni naturali, ci ha invece propriamente allontanati dall’uomo. È facile comprendere che sotto questo aspetto deve soffrire al massimo quel ramo della vita culturale che, nell’educazione e nell’istruzione, riguarda la formazione, lo sviluppo dell’uomo in divenire, del bambino.
   
A cura di: Rosa
“I bambini possiedono il potenziale per trasformare il mondo e abbiamo il compito di sostenerli lungo il cammino. Creando spazi per valorizzare le risorse del nostro territorio e coinvolgendo la comunità locale, per promuove la riflessione sull’importanza e la complessità delle emozioni e incoraggia relazioni sostenibili. Partendo dagli articoli della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, possiamo costruire fondamenta solide per un futuro migliore attraverso l’educazione e la consapevolezza familiare.”

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